I filati utilizzati nella
realizzazione dei capi di abbigliamento saranno completamente sostenibili (ora
lo sono solo in parte): lino e cotone 100% biologici, lana merino proveniente
da allevamenti etici (in cui le pecore vengono allevate umanamente, su terreni
gestiti in modo sostenibile), poliestere solo se riciclato e maggior uso di
Tencel®. Anche i coloranti e le tinture inquinanti e tossici e che richiedono
un elevato dispendio di acqua subiranno un notevole ridimensionamento. Già dal
2009 i capi di Eileen Fisher vengono trattati con tecnologie Bluesign®, che
limitano l’utilizzo di acqua e prodotti chimici dannosi.
Già da diversi anni questo
marchio sceglie i suoi fornitori in base a principi etici, e dal 2005 ha
investito in una filiera produttiva in Perù che persegue i principi etici e
prevede il pagamento di salari equi ai lavoratori. In India ha lanciato un
programma di investimento di sei anni, The Handloom Project, che prevede l’impiego
di lavoratori delle comunità rurali.
Anche sul fronte
dell’impatto ambientale dei capi di abbigliamento questo marchio si sta già
muovendo da anni, prevedendo il ritiro dei capi venduti una volta dismessi
dalla clientela, che in parte vengono rivenduti e in parte riutilizzati come
materia prima o trasformati in nuovi modelli.
La società Eileen Fischer
è stata recentemente certificata come B Corp, in quanto riconosciuta come
società ‘socialmente responsabile’ per
aver raggiunto gli standard di impegno sociale e ambientale previsti da B Lab.
La certificazione B Corp per le aziende viene rilasciata alle società for profit che si
prefiggono volontariamente scopi di carattere sociale, sostenibilità e
trasparenza e puntano a produrre un impatto positivo sulle persone e
sull’ambiente. A oggi le B Corp
certificate dall’ente non profit americano B Lab sono 1.498 e sono presenti in
42 Paesi del mondo (l’Italia ne ha già
nove).
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