mercoledì 11 novembre 2015

ALPACA O CASHMERE?

La produzione del filato di alpaca è in notevole crescita e questo autunno l’abbiamo visto sulle passerelle di Parigi e Milano nei capi, tra gli altri, di top brand come Luis Vuitton e Versace.

Come il cashmere, l’alpaca è una fibra naturale dall’aspetto nobile. E, nonostante sia meno costosa del cashmere, secondo gli Inca valeva di più dell’argento o dell’oro.
I colori degli alpaca, i simpatici camelidi che vivono in Peru, in natura sono oltre venti e vanno dal nero inchiostro, al nocciola, al bianco niveo, e la loro lana è morbida e calda.

Secondo Quartz, il boom dell’alpaca è positivo non solo per il Peru, che esporta circa 175 milioni di dollari l’anno di lana d’alpaca, ma anche per il pianeta; ed elenca una serie di motivi per cui è consigliabile preferire l’alpaca al cashmere.
Sostenibilità: a causa dell’incremento esponenziale della richiesta di cashmere a partire dagli anni ’90, i pascoli cinesi sono stati sfruttati a tal punto da diventare deserti  ghiacciati. Prima di quell’epoca, il cashmere era un lusso per pochi, ma negli ultimi due decenni la domanda è salita vertiginosamente e ha fatto da un lato diminuire la qualità, dall’altro il prezzo dei capi in cashmere. Tra il 1990 e il 2009, in Mongolia (dopo la Cina il secondo fornitore mondiale di cashmere) gli allevamenti di capre, la maggior parte delle quali vive nelle steppe,  sono quadruplicati. Nonostante queste capre siano abituate a sopportare le basse temperature di quegli ambienti, negli ultimi anni una serie di inverni particolarmente rigidi ha decimato gli allevamenti. Nell’inverno 2009-2010, è stato colpito circa un quinto del bestiame della Mongolia.

Inoltre, le capre mentre brucano distruggono il suolo e l’erba. E in questi pascoli a rischio vivono altri animali, come leopardi delle nevi, cavalli selvatici e l’antilope tibetana, la cui sopravvivenza viene minacciata dall’industria del cashmere.
L’impatto ambientale dell’alpaca sembra essere invece meno pesante, in quanto questi animali vivono sugli altipiani delle Ande peruviane, al momento un ecosistema meno fragile, e brucano senza distruggere l’erba e il suolo. L’alpaca è anche più efficiente della capra, in quanto beve molto meno e produce lana sufficiente per quattro o cinque maglioni l’anno quando invece per produrre  nello stesso tempo un maglione di cashmere  sono necessarie quattro capre, secondo il Natural Resouces Defence Council.

Ci sono quindi validi motivi per preferire un maglione di alpaca a uno in cashmere. L’alternativa più sostenibile rimane comunque il comodo vecchio maglione che ci accompagna e ci scalda ogni inverno…


 (Fonte: Quartz )

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