The NORTH FACE sta lanciando ‘The Moon Parka’, un capo
realizzato in Qmonos, ‘ragnatela’ in giapponese, il biomateriale dalle stesse
caratteristiche della seta di ragno, una proteina cinque volte più forte
dell’acciaio, tre volte più resistente del nylon o del Kevlar, ma infinitamente
più sottile del capello umano.
Grazie alla sua peculiare struttura, la seta di ragno annovera
tra le possibili applicazioni commerciali cavi e giubbotti antiproiettile. In
campo medico, grazie alle proprietà antimicrobiche può essere adatta per le
suture delle ferite e, poiché non viene rigettata dal corpo umano, potrebbe
essere impiegata per produrre tendini artificiali o per ricoprire impianti.
Inoltre, la sua conducibilità termica è pari a quella del rame e la densità di
massa è pari a un settimo del metallo, il che la rende particolarmente adatta
ad impieghi che comportano la gestione delle temperature. Ma la raccolta e la
lavorazione della seta naturale è praticamente impossibile e l’unica strada
aperta è rimasta quindi quella della riproduzione in laboratorio.
Il tentativo di riprodurre sinteticamente la seta di ragno è infatti
una sfida che risale indietro nel tempo e colossi come DuPont e Basf avevano
già abbandonato le loro ricerche in questo campo nel 2013.
A quanto pare l’impresa è riuscita a Spiber, azienda giapponese
che è riuscita a identificare il codice genetico della seta di ragno e a
trovare il modo per riprogrammare i batteri e riprodurre così la fibroina, la
proteina strutturale della seta di ragno.
Da qui la partnership con North Face, che ha realizzato il Moon
Parka, un capo speciale progettato per proteggere chi lo indossa dai rigidi
climi antartici.
(Fonti: Ecouterre.com e Greenreport.it)

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