giovedì 13 marzo 2014

LA MODA INSOSTENIBILE – Angora


Belli e morbidi i maglioni d’angora, caldi d’inverno ti avvolgono come un soffice abbraccio…
Prima di abbandonarsi a questa calda e morbida esperienza è opportuno sapere che il 90% dell’angora (filato ricavato dal pelo dell’omonimo coniglio) proviene dalla Cina, dove non esistono tutele nei confronti degli animali da allevamento.  PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha denunciato che  gli animali allevati per ricavare questo prezioso e morbido filato subiscono atroci maltrattamenti al fine di ottenere i peli più lunghi, e quindi più pregiati, addirittura strappandoli. PETA è riuscita a far girare in rete un video raccapricciante in cui si dà la viva e cruda dimostrazione di questa barbara usanza e ha avviato  una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica affinché chieda, tramite una petizione, che tutti i marchi di abbigliamento rinuncino all’uso di questo filato nella realizzazione dei loro prodotti.
H&M pare aver risposto positivamente a questo appello,  bloccando la produzione di capi in angora fino a quando non avrà  garanzie da parte dei produttori che la raccolta del pelo avviene secondo la politica del prodotto aziendale e quindi senza maltrattamenti sugli animali.

Altre case di moda svedesi, come Lindex, MQ, Acne e Gina Tricot, hanno cessato la produzione di capi in angora.
Anche altri brand mondiali, tra cui Mango, Forever 2, Gap, Calvin Klein, Tommy Hilfiger , si sono impegnati a bloccare le produzioni di questo filato.

Aspettiamo che altri, tutti, si uniscano all’elenco.

Per maggiori info: www.peta.org

 

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