Dopo ponti e feste nazionali, si celebra il 24 aprile la Festa della Rivoluzione
Mondiale: è il Fashion Revolution Day, giorno in cui tutto il mondo commemora le
oltre mille persone morte e le oltre 2500 ferite della strage di Dhaka, in
Bangladesh, a seguito del crollo del Rana Plaza, complesso al servizio della
moda internazionale e diventato tristemente simbolo delle condizioni inumane in
cui lavora la maggior parte degli operai e operaie tessili del sud-est
asiatico.
Questa commemorazione ha anche un secondo profondo scopo: risvegliare
le coscienze, mobilitare l’opinione pubblica diffondendo la conoscenza di
quanto si nasconde dietro ciò che indossiamo, in termini di sofferenza e abuso
dei diritti di chi, realmente, i nostri
abiti li confeziona.
E’ un invito mondiale a indossare abiti a rovescio e a chiederci: CHI
L’HA FATTO? Questa semplice e apparentemente innocua domanda
nasconde in realtà un quesito di immane portata, che vuole portarci alla
consapevolezza che ciò che indossiamo porta con sé una potenziale scia di
sofferenze umane e privazione dei diritti fondamentali.
CHI HA FATTO GLI ABITI CHE INDOSSO?
Oltre a porvi questa domanda, se volete unirvi a tutti coloro che
parteciperanno a questo evento, potete fotografarvi indossando gli abiti a
rovescio per poi postarli sui social media con l’hashtag #InsideOut.
Per maggiori info: https://facebook.com/fashionrevolutionitalia


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